Il vino come magico punto d’incontro
Gutturnio, Malvasia, Bonarda, Ortrugo… i vini piacentini di Lusenti nascono dall’armonica integrazione tra cultura del territorio, metodi tradizionali di coltivazione e cura del prodotto. In questo modo tutto quello che è imprigionato in un bel grappolo – colore, aroma, profumi – arriva integro dentro le nostre bottiglie.
Il significato vero del nostro lavoro di vignaioli alla fine è proprio questo: saper trasmettere l’emozione di un magico punto d’incontro di tante sensazioni che legano il vino ai piatti sinceri e poveri, ma di attenta qualità, nei quali si concentrano le tradizioni del nostro patrimonio gastronomico.
Produrre i vini quindi non vuol dire solo ricerca dell’eccellenza, ma significa anche caratterizzarli con il nome della terra che li ha fatti nascere. Infatti la materia con cui lavoriamo è viva e tutti i giorni si respira l’entusiasmo impaziente del risultato: i vini piacentini danno forma alla sostanza della nostra terra.
Il mio motto è: “Metti continuamente alla prova te stessa e tutta l’azienda”. Perciò ogni tanto mi butto in qualche esperimento seguendo tutti i passaggi dall’inizio alla fine. Non mi piace infatti avere di fianco un enologo che pensa i vini a mia insaputa. Collaboro invece volentieri con alcuni tecnici e in particolare con un giovane che rispetta la mia filosofia e il mio desiderio di non perdere il filo di quello che sto facendo nascere.